BANCA DEL CIBO? NO, CIBO DELLA BANCA!

Ogni volta che un qualche VIP è visto mangiare un po’ di tofu, subito scrosciano gli applausi. Senz’altro si può affermare che le vecchie rockstar in cerca di mantener la linea o gli ex presidenti USA che hanno capito che c’è un nesso tra dieta e prevenzione dell’infarto costituisca un buon esempio da imitare, almeno che c’è chi ci tiene e ci pensa se non altro per sé(“We care”). Al di là di queste belle notizie però, la situazione alimentare moderna mondiale è alquanto seria.
Le vendite oggi dei cibi BIO in Europa ammontano solo al 2% dei consumi UE (26 paesi).


In pratica, 21 M di € contro ad esempio 24 M di € in merendine confezionate.
La realtà è ben altra cosa, ed è che la grande industria alimentare è la causa numero 1 dello squilibrio alimentare, in pratica della fame, nel mondo odierno.
Vediamo ora come il capitalismo finanziario dei disastri tragga vantaggio solo per il denaro in se’ dalla produzione di alimenti scadenti purché altamente industrializzati tragga

Chi non l’avesse ancora fatto si legga il libro del 2007 di Naomi Klein “CHOCK ECONOMY, L’ASCESA DEL CAPITALISMO DEI DISASTRI” Rizzoli 2007

In esso l’Autrice sostiene che fenomeni sociali straordinari come la guerra in Iraq e disastri naturali come i grandi terremoti, alluvioni ecc. siano sempre un’opportunità usata dalla grande industria attraverso i politici al potere da lei sostenuti per far passare nuove leggi straordinarie che mai sarebbero state accettate in situazioni normali. Questa forma di opportunismo sociale di solito è altamente apprezzata negli ambienti finanziari in quanto produttiva di lauti guadagni. Per l’industria alimentare il disastro da tramutare in grandi profitti è la penuria alimentare che affligge il Pianeta. La scarsità di cibo è stata sventolata sotto i nostro occhi da almeno 40 anni (senza tener conto delle antiche predizioni, del tutto errate, da parte di Malthus e altri corvi di sciagura) ma è ora assai più vicina a realizzarsi ovunque, facendosi sentire tanto nei paesi “in via di sviluppo” quanto in quelli "sviluppati", cioè da noi.

Una delle strategie del capitalismo dei disastri è quella di attendere che i problemi si manifestino in tutta la loro gravità prima di passare all’azione. Infatti, non ci sarebbe sufficiente reazione emotiva per far passare misure in loro favore senza l’urgenza del disastro, e quindi mancherebbero i guadagni colossali. Pertanto si va dal “preoccupante” al “problematico” prima di arrivare a “disastro” nel loro linguaggio echeggiato da stampa e televisioni. L’Escalation di termini conduce a una serie di misure d’emergenza spacciate per soluzioni – non c’è tempo, bisogna agire in fretta! .

Proprio quando c’è bisogno di studiare in dettaglio e di tanta moderazione, si agisce in fretta e furia.

Non pensare in termini di problema, ma di opportunità

1 - Primo esempio, L’IMPOVERIMENTO DEI CONTADINI . I piccoli agricoltori a regime famigliare o simile in tutto il Pianeta non possono tenere prezzi che reggano la concorrenza con quelli dell’agricoltura aziendale industrializzata, di grande scala e altamente meccanizzata. Per salvarsi hanno due possibilità: una è quella di produrre alimenti da export, esotici in nazioni più ricche, allo scopo di accrescere i guadagni. In Italia ciò vale soprattutto per il vino. La seconda possibilità è quella di coltivar cereali per bio-fuel ovvero, trasformarli in carburante per motori a scoppio. Le sole vendite di terreni agricoli in Africa dell’ultimo anno ammontano per un terzo a terreni destinati a questo tipo di raccolti.

La Jatropha è una nuova pianta che viene promossa in Africa e Sud America come un aiuto per i piccoli coltivatori, produce olio facilmente convertibile in bio-fuel. La grande resa si trasforma però subito in consumi massicci di acqua e di pesticidi mentre i consorzi agrari vendono a vagonate semi di questa nuova “rivoluzione Verde” in paesi dove la fame è endemica, per cui diventa necessario importare cereali e alimentari dall’estero, sovente sotto forma di aiuti altre volte acquistati con maggiore debito. Indovina chi paga, e indovina chi ci guadagna.

2 – L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE - Avrete sentito dire che si proietta la crescita della popolazione mondiale oltre i 9 miliardi, secondo alcune stime, peraltro controverse e non certe, per la metà del presente secolo. Nove miliardi che ogni giorno si dovranno sedere da qualche parte a mangiare qualcosa. Anche questo problema è sempre stato rinviato al futuro fino a che non si presenta l’ennesima “crisi da aumento di popolazione”.

La soluzione rapida e definitiva è alla portata: basta mettersi a produrre massicciamente cibi geneticamente modificati che resistono ai parassiti, usano solo certi pesticidi e dovrebbero aumentare la resa: chi si oppone agli OGM farà così la figura dell’ecologista sentimentale, egoista e senza cuore che per le sue fisime - “non scientificamente provate” direbbe Veronesi – causa la fame dei poveretti…Intanto Monsanto ci fa un figurone. Peccato che la realtà sia completamente un’altra.

3 – I CRESCENTI PREZZI AGRICOLI ALIMENTARI – La risposta qui è, scambiare quantità con qualità. Si forniscono alimenti scadenti ma di massa ai più poveri, sempre provenienti da cibi molto trattati e industrializzati. Troverete sempre abbondanza di fast-food nei quartieri bassi, macchinette distributrici nelle fabbriche, merendine/immondizia nelle scuole.

Il fatto è che i pochi che lavorano duro devono mangiare con poco e velocemente, mentre chi non lavora ha bisogno di ridurre al massimo la spesa alimentare. Aggiungi la mancanza di cultura, gli slogan fasulli piantati ad arte dalla pubblicità ingannevole e dagli “esperti” televisivi prezzolati, ed ecco che la povertà nutritiva ha tutti i sostegni che necessita; i signori del fast-food sono maestri di cibi saporiti ed economici.

I governi dal canto loro continueranno sempre a finanziare con aiuti di Stato carni, latte e pollame per rassicurare il grande pubblico con la presenza di alimenti familiari sulla tavola, anche se l’evidenza scientifica e dei fatti ha provato da tempo che questi consumi in eccesso siano malsani e apportatori di patologie degenerative. Lo continuano a fare perché l’industria alimentare li appoggia e finanzia completamente attraverso i finanziamenti alle campagne elettorali dei politici, e questo vale per tutti gli schieramenti e partiti indistintamente. Si sta già configurando infine una pseudo-Linea Verde nei fast-food per giovani ed ecologisti dilettanti, a base di banco delle insalate, burger alla soia OGM e ben presto avremo pannelli solari ed eliche eoliche vicino alla grande M a forma di tette appetitose simbolo di McDonald’s.


4 – LE RISERVE DI PESCE IN ESAURIMENTO – enormi navi-officina solcano i mari espellendone i piccoli pescherecci, esaurendo le scorte e massacrando le riserve di piccoli pesci in crescita col metodo della pesca di massa industrializzata. Su di esse il pescato è lavorato in catene di produzione fino al prodotto pronto surgelato magari anche precotto. Questa politica estrattiva produce immani squilibri ambientali e sprechi, con conseguente impoverimento del patrimonio ittico. Una seria politica di autocontrollo della pesca con metodi e calendari precisi permetterebbe di conservare il patrimonio di pesci in riproduzione, ma onde tenere altissimi i ricavi bisogna invece allarmare il pubblico con le false notizie per cui l’industria ha già pronta la nostra salvezza: il pesce OGM! Pronto su ogni tavola, le ultime pastoie e scrupoli dei tradizionalisti (oh come son lenti, questi antimodernisti e antiprogressisti, non vedete che il mondo ha fame e noi grandi forze del Progresso lo sfameremo?) cadono in fretta, tra poco FDA (Ministero dell’Agricoltura USA) approverà senza riserve.

Avrete salmoni a crescita rapida, dimezzata come tempi e di maggiori dimensioni; magari poi lo scienziato del progresso inarrestabile penserà ad un nuovo modello di salmone con le zampe in modo da uscirsene dall’acqua da solo, così avremo pescatori in esubero a cui penserà la cassa integrazione mentre i salmoncini tutti in fila se ne entreranno nelle fabbriche automatizzate, sulle loro zampine. E’ un sogno, per ora, ma presto….. Un maiale più umanizzato anche per farne organi simil-umani da trapiantare (mi raccomando anche la faccia, signori politici!) ed una capra da latte chimicamente simile a quello umano son già in fase sperimentale avanzata. Aspettiamoci di vedere dei bimbi brucare l’erba nelle aiuole del giardino di casa, e bimbi molto, molto ubbidienti che si muovono tutti insieme, come un gregge…..

E’ importante che tutti coloro i quali nutrano una qualche preoccupazione per il futuro del pianeta, per la qualità di vita e di alimentazione umana non permettano a questi argomenti di scivolare nel dimenticatoio o nelle chiacchiere da bar o peggio nelle polemiche televisive. Si dovranno scoprire nuove maniere di comunicazione in modo anche di trasmettere al pubblico una nuova educazione alimentare non pi fondata sul “mangiare di tutto un po’” perché in realtà l’industria decide quel “tutto” e lo incanala verso le sue precise scelte di profitto, facendoti poi credere che “si è sempre mangiato così”. Questa è la grande opportunità che ci sta dando la Grande Crisi in atto ora e per molto tempo ancora. Se no, a che servono le crisi, se non a riflettere?

ROBERTO MARROCCHESI

Il crescione spegne il segnale biologico che origina i tumori

Di Roberto Marrocchesi


Forse non l’avete mai visto. Cominciate da questa foto, e recatevi presso un ruscello pulito (con acqua, beninteso – e se trovate queste foglioline tenere e fitte come una mini-jungla, che appena tirate delicatamente escono dal rivo portandosi dietro le radichette a peletti bianchi immersi nella mota del fondo, dal sapore deliziosamente pungente, avete trovato il Crescione d’acqua, il Re assoluto della vitamina C al mondo (fatevi più in là, prezzemolo, agrumi e compagnia bella)!

C’è di più, pare, in questa meraviglia misconosciuta eppur gratuita, spontanea, biologica a condizione ripetiamo, che il ruscello sia pulito.

Si sa che i tumori crescono a velocità preoccupante tra le cellule normali, ma questa crescita è limitata dalla fornitura di sangue, ossigeno e nutrienti vari, che arrivano dai vasi sanguigni. Ma poiché le cellule nuove non erano per così dire designate per esserci, consegue che il tumore onde potersi sviluppare necessita di nuovi vasi afferenti che l’aiutino nella crescita. Essendo cellule molto vitali ed attive, le tumorali producono HIF, Fattore Indotto d’Ipossia, che segnala il loro bisogno di nuova linfa vitale con tanto ossigeno. In pratica, HIF permette al tumore una rapida crescita mediante abbondante nutrimento ed ossigenazione.

Questa crescita ha però dei naturali fattori predisponenti nella dieta – l’abbondanza di proteine e zuccheri semplici – altrettanto che dei fattori inibitori la neo-crescita vasale.

Molti alimenti vegetali hanno invece un’azione inibente nei confronti di questa neo-angiogenesi, notabilmente i derivati fermentati della soia come Miso, Natto e Tempeh, il vino rosso genuino, il pomodoro, e poi limone, agrumi, broccoli, carote, timo e curcuma, e particolarmente ricchi sono certi funghi come Cordyceps, Agaricus, Coriolus e Shiitake usati da tempo in Oriente come antitumorali e non solo.

Oggi sappiamo che un nuovo fattore anticancro, forse decisivo, certamente innocuo e ben disponibile, si trova anche nel crescione (Nasturzio Off., Fam. Crucifere) . Un istituto universitario Inglese ha isolato nel Watercress presente sia nei prati che nelle acque non stagnanti pulite un composto, il Fenil-Etil-IsoTiocianato (PEITC), dalle spiccate, notevoli proprietà anti-angiogenetiche.

I nuovi vasi sanguigni aberranti che irrorano le cellule metastatiche sono malfatti, irregolari e fragili, un poco come i cavi “volanti “ di una riparazione provvisoria, e rispondono bene, nel senso di non formarsi affatto, in presenza di sostanze come questo PEITC.

Insomma, mangiar sovente crescione, oltre agli altri alimenti elencati prima, potrebbe interferire in maniera importante col percorso neoformativo tumorale, di fatto riducendo decisamente il fattore di rischio per la malattia degenerativa.

Nell’Ospedale di Andover (GB) è stato eseguito un esperimento dietetico con una serie di malate di tumore alla mammella. Alle signore fu chiesto di nutrirsi ogni giorno con una tazza almeno di crescione fresco (80g circa) cui si fecero seguire quotidiane analisi del sangue.

I test rivelarono una importante presenza del PEITC nel sangue delle signore, ma ancora meglio, si notò che le molecole di HIF erano ridotte e non funzionali, nelle sole donne che avevano mangiato crescione!

Lo studio è riportato nel British Journal of Nutrition and Biochemical Pharmacology , in cui si dichiara che, semplicemente, potrebbe essere rilevante come misura anticancro, alimentarsi spesso con crescione selvatico.

Ottimo in insalata, ma pure in cottura leggera con zuppa di fungo Shiitake, pezzettini di tofu e verdure miste, leggermente salata con salsa di soia o Miso, il Crescione d’acqua può integrare la nostra dieta da aprile ad ottobre (oggi, 12/10/2010, ne ho colto sul fiume Magra e cucinato) e, secondo noi, anche solo perché deliziosa, ma poi pure per i benefici salutari…da tener presente.

Forse un giorno sapremo che certe minestre tengono alla larga la necessità di chemioterapie endovenose….che ne dite?