BANCA DEL CIBO? NO, CIBO DELLA BANCA!

Ogni volta che un qualche VIP è visto mangiare un po’ di tofu, subito scrosciano gli applausi. Senz’altro si può affermare che le vecchie rockstar in cerca di mantener la linea o gli ex presidenti USA che hanno capito che c’è un nesso tra dieta e prevenzione dell’infarto costituisca un buon esempio da imitare, almeno che c’è chi ci tiene e ci pensa se non altro per sé(“We care”). Al di là di queste belle notizie però, la situazione alimentare moderna mondiale è alquanto seria.
Le vendite oggi dei cibi BIO in Europa ammontano solo al 2% dei consumi UE (26 paesi).


In pratica, 21 M di € contro ad esempio 24 M di € in merendine confezionate.
La realtà è ben altra cosa, ed è che la grande industria alimentare è la causa numero 1 dello squilibrio alimentare, in pratica della fame, nel mondo odierno.
Vediamo ora come il capitalismo finanziario dei disastri tragga vantaggio solo per il denaro in se’ dalla produzione di alimenti scadenti purché altamente industrializzati tragga

Chi non l’avesse ancora fatto si legga il libro del 2007 di Naomi Klein “CHOCK ECONOMY, L’ASCESA DEL CAPITALISMO DEI DISASTRI” Rizzoli 2007

In esso l’Autrice sostiene che fenomeni sociali straordinari come la guerra in Iraq e disastri naturali come i grandi terremoti, alluvioni ecc. siano sempre un’opportunità usata dalla grande industria attraverso i politici al potere da lei sostenuti per far passare nuove leggi straordinarie che mai sarebbero state accettate in situazioni normali. Questa forma di opportunismo sociale di solito è altamente apprezzata negli ambienti finanziari in quanto produttiva di lauti guadagni. Per l’industria alimentare il disastro da tramutare in grandi profitti è la penuria alimentare che affligge il Pianeta. La scarsità di cibo è stata sventolata sotto i nostro occhi da almeno 40 anni (senza tener conto delle antiche predizioni, del tutto errate, da parte di Malthus e altri corvi di sciagura) ma è ora assai più vicina a realizzarsi ovunque, facendosi sentire tanto nei paesi “in via di sviluppo” quanto in quelli "sviluppati", cioè da noi.

Una delle strategie del capitalismo dei disastri è quella di attendere che i problemi si manifestino in tutta la loro gravità prima di passare all’azione. Infatti, non ci sarebbe sufficiente reazione emotiva per far passare misure in loro favore senza l’urgenza del disastro, e quindi mancherebbero i guadagni colossali. Pertanto si va dal “preoccupante” al “problematico” prima di arrivare a “disastro” nel loro linguaggio echeggiato da stampa e televisioni. L’Escalation di termini conduce a una serie di misure d’emergenza spacciate per soluzioni – non c’è tempo, bisogna agire in fretta! .

Proprio quando c’è bisogno di studiare in dettaglio e di tanta moderazione, si agisce in fretta e furia.

Non pensare in termini di problema, ma di opportunità

1 - Primo esempio, L’IMPOVERIMENTO DEI CONTADINI . I piccoli agricoltori a regime famigliare o simile in tutto il Pianeta non possono tenere prezzi che reggano la concorrenza con quelli dell’agricoltura aziendale industrializzata, di grande scala e altamente meccanizzata. Per salvarsi hanno due possibilità: una è quella di produrre alimenti da export, esotici in nazioni più ricche, allo scopo di accrescere i guadagni. In Italia ciò vale soprattutto per il vino. La seconda possibilità è quella di coltivar cereali per bio-fuel ovvero, trasformarli in carburante per motori a scoppio. Le sole vendite di terreni agricoli in Africa dell’ultimo anno ammontano per un terzo a terreni destinati a questo tipo di raccolti.

La Jatropha è una nuova pianta che viene promossa in Africa e Sud America come un aiuto per i piccoli coltivatori, produce olio facilmente convertibile in bio-fuel. La grande resa si trasforma però subito in consumi massicci di acqua e di pesticidi mentre i consorzi agrari vendono a vagonate semi di questa nuova “rivoluzione Verde” in paesi dove la fame è endemica, per cui diventa necessario importare cereali e alimentari dall’estero, sovente sotto forma di aiuti altre volte acquistati con maggiore debito. Indovina chi paga, e indovina chi ci guadagna.

2 – L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE - Avrete sentito dire che si proietta la crescita della popolazione mondiale oltre i 9 miliardi, secondo alcune stime, peraltro controverse e non certe, per la metà del presente secolo. Nove miliardi che ogni giorno si dovranno sedere da qualche parte a mangiare qualcosa. Anche questo problema è sempre stato rinviato al futuro fino a che non si presenta l’ennesima “crisi da aumento di popolazione”.

La soluzione rapida e definitiva è alla portata: basta mettersi a produrre massicciamente cibi geneticamente modificati che resistono ai parassiti, usano solo certi pesticidi e dovrebbero aumentare la resa: chi si oppone agli OGM farà così la figura dell’ecologista sentimentale, egoista e senza cuore che per le sue fisime - “non scientificamente provate” direbbe Veronesi – causa la fame dei poveretti…Intanto Monsanto ci fa un figurone. Peccato che la realtà sia completamente un’altra.

3 – I CRESCENTI PREZZI AGRICOLI ALIMENTARI – La risposta qui è, scambiare quantità con qualità. Si forniscono alimenti scadenti ma di massa ai più poveri, sempre provenienti da cibi molto trattati e industrializzati. Troverete sempre abbondanza di fast-food nei quartieri bassi, macchinette distributrici nelle fabbriche, merendine/immondizia nelle scuole.

Il fatto è che i pochi che lavorano duro devono mangiare con poco e velocemente, mentre chi non lavora ha bisogno di ridurre al massimo la spesa alimentare. Aggiungi la mancanza di cultura, gli slogan fasulli piantati ad arte dalla pubblicità ingannevole e dagli “esperti” televisivi prezzolati, ed ecco che la povertà nutritiva ha tutti i sostegni che necessita; i signori del fast-food sono maestri di cibi saporiti ed economici.

I governi dal canto loro continueranno sempre a finanziare con aiuti di Stato carni, latte e pollame per rassicurare il grande pubblico con la presenza di alimenti familiari sulla tavola, anche se l’evidenza scientifica e dei fatti ha provato da tempo che questi consumi in eccesso siano malsani e apportatori di patologie degenerative. Lo continuano a fare perché l’industria alimentare li appoggia e finanzia completamente attraverso i finanziamenti alle campagne elettorali dei politici, e questo vale per tutti gli schieramenti e partiti indistintamente. Si sta già configurando infine una pseudo-Linea Verde nei fast-food per giovani ed ecologisti dilettanti, a base di banco delle insalate, burger alla soia OGM e ben presto avremo pannelli solari ed eliche eoliche vicino alla grande M a forma di tette appetitose simbolo di McDonald’s.


4 – LE RISERVE DI PESCE IN ESAURIMENTO – enormi navi-officina solcano i mari espellendone i piccoli pescherecci, esaurendo le scorte e massacrando le riserve di piccoli pesci in crescita col metodo della pesca di massa industrializzata. Su di esse il pescato è lavorato in catene di produzione fino al prodotto pronto surgelato magari anche precotto. Questa politica estrattiva produce immani squilibri ambientali e sprechi, con conseguente impoverimento del patrimonio ittico. Una seria politica di autocontrollo della pesca con metodi e calendari precisi permetterebbe di conservare il patrimonio di pesci in riproduzione, ma onde tenere altissimi i ricavi bisogna invece allarmare il pubblico con le false notizie per cui l’industria ha già pronta la nostra salvezza: il pesce OGM! Pronto su ogni tavola, le ultime pastoie e scrupoli dei tradizionalisti (oh come son lenti, questi antimodernisti e antiprogressisti, non vedete che il mondo ha fame e noi grandi forze del Progresso lo sfameremo?) cadono in fretta, tra poco FDA (Ministero dell’Agricoltura USA) approverà senza riserve.

Avrete salmoni a crescita rapida, dimezzata come tempi e di maggiori dimensioni; magari poi lo scienziato del progresso inarrestabile penserà ad un nuovo modello di salmone con le zampe in modo da uscirsene dall’acqua da solo, così avremo pescatori in esubero a cui penserà la cassa integrazione mentre i salmoncini tutti in fila se ne entreranno nelle fabbriche automatizzate, sulle loro zampine. E’ un sogno, per ora, ma presto….. Un maiale più umanizzato anche per farne organi simil-umani da trapiantare (mi raccomando anche la faccia, signori politici!) ed una capra da latte chimicamente simile a quello umano son già in fase sperimentale avanzata. Aspettiamoci di vedere dei bimbi brucare l’erba nelle aiuole del giardino di casa, e bimbi molto, molto ubbidienti che si muovono tutti insieme, come un gregge…..

E’ importante che tutti coloro i quali nutrano una qualche preoccupazione per il futuro del pianeta, per la qualità di vita e di alimentazione umana non permettano a questi argomenti di scivolare nel dimenticatoio o nelle chiacchiere da bar o peggio nelle polemiche televisive. Si dovranno scoprire nuove maniere di comunicazione in modo anche di trasmettere al pubblico una nuova educazione alimentare non pi fondata sul “mangiare di tutto un po’” perché in realtà l’industria decide quel “tutto” e lo incanala verso le sue precise scelte di profitto, facendoti poi credere che “si è sempre mangiato così”. Questa è la grande opportunità che ci sta dando la Grande Crisi in atto ora e per molto tempo ancora. Se no, a che servono le crisi, se non a riflettere?

ROBERTO MARROCCHESI

Il crescione spegne il segnale biologico che origina i tumori

Di Roberto Marrocchesi


Forse non l’avete mai visto. Cominciate da questa foto, e recatevi presso un ruscello pulito (con acqua, beninteso – e se trovate queste foglioline tenere e fitte come una mini-jungla, che appena tirate delicatamente escono dal rivo portandosi dietro le radichette a peletti bianchi immersi nella mota del fondo, dal sapore deliziosamente pungente, avete trovato il Crescione d’acqua, il Re assoluto della vitamina C al mondo (fatevi più in là, prezzemolo, agrumi e compagnia bella)!

C’è di più, pare, in questa meraviglia misconosciuta eppur gratuita, spontanea, biologica a condizione ripetiamo, che il ruscello sia pulito.

Si sa che i tumori crescono a velocità preoccupante tra le cellule normali, ma questa crescita è limitata dalla fornitura di sangue, ossigeno e nutrienti vari, che arrivano dai vasi sanguigni. Ma poiché le cellule nuove non erano per così dire designate per esserci, consegue che il tumore onde potersi sviluppare necessita di nuovi vasi afferenti che l’aiutino nella crescita. Essendo cellule molto vitali ed attive, le tumorali producono HIF, Fattore Indotto d’Ipossia, che segnala il loro bisogno di nuova linfa vitale con tanto ossigeno. In pratica, HIF permette al tumore una rapida crescita mediante abbondante nutrimento ed ossigenazione.

Questa crescita ha però dei naturali fattori predisponenti nella dieta – l’abbondanza di proteine e zuccheri semplici – altrettanto che dei fattori inibitori la neo-crescita vasale.

Molti alimenti vegetali hanno invece un’azione inibente nei confronti di questa neo-angiogenesi, notabilmente i derivati fermentati della soia come Miso, Natto e Tempeh, il vino rosso genuino, il pomodoro, e poi limone, agrumi, broccoli, carote, timo e curcuma, e particolarmente ricchi sono certi funghi come Cordyceps, Agaricus, Coriolus e Shiitake usati da tempo in Oriente come antitumorali e non solo.

Oggi sappiamo che un nuovo fattore anticancro, forse decisivo, certamente innocuo e ben disponibile, si trova anche nel crescione (Nasturzio Off., Fam. Crucifere) . Un istituto universitario Inglese ha isolato nel Watercress presente sia nei prati che nelle acque non stagnanti pulite un composto, il Fenil-Etil-IsoTiocianato (PEITC), dalle spiccate, notevoli proprietà anti-angiogenetiche.

I nuovi vasi sanguigni aberranti che irrorano le cellule metastatiche sono malfatti, irregolari e fragili, un poco come i cavi “volanti “ di una riparazione provvisoria, e rispondono bene, nel senso di non formarsi affatto, in presenza di sostanze come questo PEITC.

Insomma, mangiar sovente crescione, oltre agli altri alimenti elencati prima, potrebbe interferire in maniera importante col percorso neoformativo tumorale, di fatto riducendo decisamente il fattore di rischio per la malattia degenerativa.

Nell’Ospedale di Andover (GB) è stato eseguito un esperimento dietetico con una serie di malate di tumore alla mammella. Alle signore fu chiesto di nutrirsi ogni giorno con una tazza almeno di crescione fresco (80g circa) cui si fecero seguire quotidiane analisi del sangue.

I test rivelarono una importante presenza del PEITC nel sangue delle signore, ma ancora meglio, si notò che le molecole di HIF erano ridotte e non funzionali, nelle sole donne che avevano mangiato crescione!

Lo studio è riportato nel British Journal of Nutrition and Biochemical Pharmacology , in cui si dichiara che, semplicemente, potrebbe essere rilevante come misura anticancro, alimentarsi spesso con crescione selvatico.

Ottimo in insalata, ma pure in cottura leggera con zuppa di fungo Shiitake, pezzettini di tofu e verdure miste, leggermente salata con salsa di soia o Miso, il Crescione d’acqua può integrare la nostra dieta da aprile ad ottobre (oggi, 12/10/2010, ne ho colto sul fiume Magra e cucinato) e, secondo noi, anche solo perché deliziosa, ma poi pure per i benefici salutari…da tener presente.

Forse un giorno sapremo che certe minestre tengono alla larga la necessità di chemioterapie endovenose….che ne dite?






L' I Ching (I King) e la numerologia della rete del cielo

Capitolo 9 del libro "L'occhio della Fenice" di Capotummino, Umberto


Per gentile concessione dell'editore Sekhem

Con l'immagine di una rete, ad un tempo volta celeste e matrice simbolica della realtà, che ci giunge da Lao-Tzu, antico maestro taoista, introduciamo la creazione di un modello autobilanciato e complementare in cui si rivelano le dinamiche degli archetipi numerici di tempo e spazio:

La rete del cielo è grande; sebbene le sue maglie siano allentate, nulla sfugge ad essa[1].

La magica inerenza di tempo e spazio, identificata con il centro e la manifestazione del Tao, trova nel testo dell'I King la sua espressione in un mandala d'unione dato dalla Sequenza Primaria, che identifica i rapporti di tempo, e dalla Sequenza Secondaria, che identifica i rapporti di spazio.

Il mandala d'unione che consideriamo rappresenta sia il mondo primigenio degli archetipi sia le loro trasformazioni, animate all'interno del mandala da un movimento di traslazione coerente degli elementi, descritti da assi cartesiani e trigrammi numerati.

Rientriamo così nell'enunciato del principio di relatività secondo Einstein:

Le leggi naturali non cambiano forma, quando si passa dal sistema iniziale di coordinate (riconosciuto corretto) a un nuovo sistema concepito come animato da un movimento di traslazione uniforme in rapporto a se stesso[2].

Useremo un etimo greco per indagare il rapporto intercorrente tra Sequenza Primaria e Sequenza Secondaria. Tale termine è upóstasiz «ipostasi». Il suo significato etimologico vale: upó«sotto», unito a isthmi«porre», quindi: «il porre sotto». L'etimo ben descrive la Sequenza Primaria sottesa alla Sequenza Secondaria mentre quest'ultima ruota intorno all'axis mundi.

Nella figura sottostante si visualizza il Mandala Unitario dell’I King nei trigrammi costituenti la Sequenza Primaria ( anello esterno) e la Sequenza Secondaria (anello interno)



Se adesso riportiamo i valori numerici dei trigrammi della Sequenza Primaria e della Sequenza Secondaria in due quadrati cabalistici e poi li sovrapponiamo, otterremo un quadrato di sintesi i cui valori sono dati dalla somma dei trigrammi dei due quadrati sovrapposti presi a coppia: 2 + 4 =6; 1+ 9=10; 5 + 2=7; 3 +3 =6; 0+ 5 = 5; 6 + 7=13; 4 + 8 = 12; 8 + 1 = 9; 7 + 6 = 13.

Nel Mandala Unitario tempo e spazio si manifestano insieme, dal quadrato di sintesi nasce un cerchio magico che rivela la dinamica del numero 24 di cui tra breve diremo.



Il quadrato inscritto nel cerchio magico consta di nove camere, all'interno delle quali le due sequenze di trigrammi – i medesimi otto – benché con numerazioni differenti per le due Sequenze Primaria e Secondaria, hanno posto in essere nuovi valori numerici che si identificano quali potenze virtuali, attribuendo al numero 5 la funzione di perno. La somma di tutti i valori numerici all'interno del quadrato vale:

6 + 10 + 7 + 6 + 5 + 13 + 12 + 9 + 13 = 81

Il valore numerico 81 è altrimenti espresso da:

3 * 3 * 3 * 3 = 81

Per la filosofia Taoista datata tra il VI e il III secolo a. C. tale valore è un numero sacro.

Il Tao Te King, considerato il testo donato ai posteri dal leggendario Lao Tzu, fondatore della religione e della scuola filosofica taoista, consta di 81 capitoli.

Tao significa la Via, intesa come corso regolatore della totalità e quindi Via intesa anche come meta.

Te significa virtù, e piuttosto potenza magica.

King significa il Libro.

Quindi il titolo va reso come Libro della Via e della Potenza Magica. Il testo indica già nel numero dei capitoli: 81, una chiave numerica esoterica del taoismo. La parola cinese Tao equivale a Via anche nel senso traslato di cammino o direzione non posizionale, nei riguardi di un soggetto che attraversi il destino. Nell'immagine taoista la Via non sceglie da se stessa nessuna direzione, ma, quale modulo di forze non posizionali, si lascia attraversare e regola ogni movimento della totalità.

Tale segreto è espresso nel quadrato di sintesi ora considerato. Difatti nel quadrato i valori numerici dei trigrammi della Sequenza Primaria e della Sequenza Secondaria convergono in un valore unitario che ne esprime la totalità espressa dal numero 81.

Nella tradizione esoterica del Tibet, secondo la dottrina del Bardo Thodol, descritta nel «Libro della Grande Rivelazione nell'Udire il Bardo», detto anche Libro dei Morti Tibetano, perché rinvenuto unitamente ai sarcofagi dei Lama, ritroviamo la stessa rivelazione di forze: l'anima che accede agli stadi del divenire può percepire le manifestazioni di uno spazio-tempo permeabile con la propria essenza; ecco che l'anima si libera e come prima esperienza percepisce una sfera centrale:

Un cerchio che pervade ogni cosa, nel quale apparirà Vairocana. Il suo corpo è bianco, siede su un trono sorretto da leoni, regge una ruota a otto raggi e abbraccia la sua compagna, la regina dello spazio-vajra. [3]

Anche in questa tradizione, dunque, si configura un insieme spazio-temporale in trasformazione, nato dalla fusione di un mandala autobilanciato in cui, oltrepassate le porte del cielo rappresentate dai leoni, Vairocana regna in trono. Egli è la manifestazione del tempo; la sua compagna è la manifestazione dello spazio; gli otto raggi, che scaturiscono dal centro del mandala, sono paragonabili a dei vettori di trasformazione, ossia al destino non posizionale dell'anima che muta stato. La trasformazione della coppia mistica è altrimenti espressa, anche nella Bhagavad-Gita, con l'immagine di un carro su cui stanno Krsna e Arjuna [4]. Il carro veicola le loro diverse manifestazioni. Krsna, immanente, conduce il carro senza combattere, mentre Arjuna, l'arciere divino, combatte. Sullo stesso carro Krsna si manifesta, sia nell'aspetto abbagliante del Signore Supremo, sia nell'aspetto di uno dei suoi occhi unito alla luna [5], sia nell'aspetto del tempo, identificato tra le bestie nel leone [6]. Il carro è stato donato da Agni, dio del fuoco, ad Arjuna; tramite l'attività di Agni, si permette ai due amici di attraversare i tre mondi della manifestazione: il superiore mondo degli astri, il mediano mondo terrestre, l'inferiore mondo materiale.

Nel Mandala Unitario dell'I King al centro del quadrato di sintesi da noi presentato, dimora lo Spirito Totale dell'esistenza universale, identificato con la luce. Per mezzo della sua emanazione tutte le manifestazioni saranno il riflesso della trasformazione della unità fondamentale, data dalle otto direzioni che nascono dal centro medesimo.

Questo è identificabile con il Trono che governa tutti i mondi, raffigurato dal quadrato inscritto nel cerchio, all'interno del quale lo spirito si manifesta. Nell'esoterismo arabo tale Trono è chiamato er-Rûh ed è il Luogo della Presenza divina coincidente con la circonferenza prima, sostenuta da otto angeli, quattro ai punti cardinali, gli altri quattro ai punti intermedi, intesi come agenti di trasformazione [7].

Nel quadrato di sintesi taoista, gli agenti di trasformazione sono rappresentati dai raggi del cerchio, in cui è inscritto il quadrato stesso.

Attraverso essi si manifesta la virtù del Tao, in uno specchio di potenza espresso dal cerchio magico.

La somma delle singole potenze numeriche del modulo in esame, lungo gli 8 raggi del cerchio in cui è inscritto il quadrato, dà come risultato sempre il valore 24.

A questo numero si riferiscono le mansioni magico-amministrative, corrispondenti, nel codice simbolico degli antichi taoisti, a una divisione in 24 potenze designate territorialmente con 24 capi, cui venivano assegnati nomi d'uccelli. Per prima la divina Fenice presiedeva il calendario [8].

In questa simbologia la Fenice è chiamata dai cinesi Fenghuang. Il suo nome implica l'unione del maschio feng con la femmina huang e haun piumaggio a 5 colori. Non a caso il numero che sta al centro della Sequenza Secondaria, preposta alle trasformazioni, è proprio il 5.

L'apparizione della Fenice sugli alberi magici è pertinente ai simboli della rinascita.

L'unità fondamentale del tempo viene rappresentata da un albero fisso: Kien-mu. Esso, posto al centro del mondo, non proietta alcuna ombra, benché abbia nove rami e nove radici. Quest'albero è considerato comeun'ipostasi sottesa al divenire del moto stagionale, espresso invece dall'albero Wutong o dai fiori delle diverse stagioni sui quali si posa la Fenice (fig. 12/a, b). Essa esprime la manifestazione dell'energia visibile, associata al decorrere delle fioriture stagionali e alle fasi lunari. I cinesi mangiano ancora oggi alla festa dell'equinozio d'autunno dei dolci a forma di luna nella cui composizione entrano i semi del fiore bianco dell'albero Wutong. La Fenice è raffigurata, nella sequenza stagionale, unita alla peonia per la primavera, al loto per l'estate, al crisantemo per l'autunno, al prugno per l'inverno [9].

Nel quadrato di sintesi da noi considerato è velato il riferimento al suddetto calendario magico-astrologico che governa le amplificazionigenerate dal numero 24. Infatti il numero 24 moltiplicato per gli 8 raggi del cerchio, darà come risultato ulteriore il numero 192.

Questo numero è un valore chiave che ci aiuterà a scoprire la distribuzione dell'unità in in tutta la successione degli esagrammi dell'I King, espressione di un circuito astrologico.

Nel testo divinatorio dell'I King, tradotto da Richard Wilhelm, viene rivelato un altro numero segreto del sistema taoista: 11.520. Esso è riferito al conteggio del numero degli steli di achillea usati nell'antico rituale della consultazione dell'oracolo, e corrispondenti al numero delle diecimila manifestazioni ovvero delle «diecimila cose» [10] [11].

Il numero 11.520 si rapporta al numero 60 che indica le divisioni sessagenarie del tempo in relazione alla rotazione dello zodiaco sul Polo di 360°. Il ciclo si chiude ogni 60 anni.

Presentiamo le equazioni:

11520: 192 = 60 : x

11520: 384 = 60 : x

Risolvendo:


I risultati ottenuti x = 1 e x = 2 indicano l'unità che si distribuisce at­traverso il ciclo sessagenario producendo una manifestazione binaria. Ne nasce il rapporto tra il numero 11.520 e il numero «delle righe di ogni specie» dell'I King che sono 384. Le righe maschili, ovvero di specie yang,sono 192; le righe femminili, ovvero di specie yin, sono 192; da ciò deriva il rapporto del numero 11.520 con il numero 384, che indica la somma delle 192 righe yang e delle 192 righe yin dell'I King, mentre circolano in seno all'anno rituale.

Nell'interrogazione dell'oracolo, l'unità, indicata dall'equazione x = 1, si attiva quale capofila delle amplificazioni della stessa unità con coefficiente 10.

10 * 1 = 10

10 * 10 = 100

10 * 100 = 1.000

10 * 1.000 = 10.000

Tale valore indica le «diecimila cose» che nel linguaggio formale dell'I King adombra il molteplice divenire della casualità nella numerologia combinatoria degli steli divinatori, a partire da una unità posta quale fondamento, che ruota e si distribuisce nei sessantaquattro esagrammi, i cui mutamenti per ogni linea si basano sul ciclo sessagenario; mentre intorno all'axis mundi è in atto il contemporaneo movimento retrogrado generato dal Mandala Unitario dell'I King, nell'ipostasi della Sequenza Primaria su cui ruota la Sequenza Secondaria, in un connubio di forze, i cui segreti esploreremo nel prossimo capitolo.

Fenice cinese


[1] J.J.L. DUYVENDACK, Tao Te King, traduzione di A.Devoto; cap. LXXIII, Adelphi, Milano

[2] A. EINSTEIN, Principio di relatività, Come io vedo il mondo, traduzione di: R. Valori; cap. II, p. 38, Newton Compton Editore, Roma 1975-1988

[3] C. TRUNGPA – F. FREMANTLE, Libro Tibetano dei Morti, traduzione di: M. Maglietti; p. 53, Astrolabio – Ubaldini, Roma 1977

[4] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 1,14, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1990

[5] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 10,23, op. cit.

[6] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 10,30, op. cit.

[7] R. GUENON, Scritti sull’esoterismo islamico e il Taoismo, cap. V,VI, Adelphi, Milano 1993

[8] M. GRANET, Il pensiero cinese, p. 116, in nota op. cit.

[9] L. CATERINI, Fenice, in Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale, Il Supplemento (a cura di G. Pugliese Carratelli) p. 626, Roma 1994

[10] «Il numero degli steli delle due parti assomma a 11.520, ciò che corrisponde al numero delle 10.000 cose». Commenta Wilhelm: «In tutto il libro dei mutamenti vi sono 192 righe di ogni specie (in totale 64 * 6 = 384 righe, di queste metà yang, metà yin). Di queste 192 righe ogni riga yang che si muove dà [..] un resto di steli di 36, in tutto dunque 192 * 36 = 6.912. Le righe yin muovendosi danno un resto di steli di 24, dunque 192 * 24 = 4.608. In totale dunque 6.912 + 4.608 =11.520» .

[11] R. WILHELM (a cura di) I Kingm Il Grande Trattato, cap. IX, par. 5, p. 578, op. cit.

BUON (UN PO' MENO..)APPETITO, HOMER!




Sovente si trovano, sempre più frequentemente e non solo su riviste specializzate, delle ricette appetitose che decantano proprietà benefiche degli ingredienti utilizzati, in genere per i loro contenuti in vitamine, minerali o proteine, il basso(se lo è) tenore in grassi o sale, e così via. Ciò è bene, perchè la mentalità corrente è tale per cui, un piatto che "fa bene" sembra debba essere per forza sciapo, smagrito, non gustoso. Niente di più errato. Vi capiterà però assai di rado, di trovare una ricetta sulla base degli effetti curativi o nutrizionali benèfici nella chiave e linguaggio della antica Medicina Classica Cinese, e se poi ci mettete l'ingrediente speciale d'un fungo raro ed elusivo, più un tubero ignorato sebben preziosissimo, ebbene, ci sta che vi trovate di fronte ad una Prima mondiale, alla faccia degli orrori biochimici della "cucina molecolare" o di quelli massificati del fast-food, magari contrabbandato sfacciatamente per "italiano". Inoltre, si tratta di un piatto delizioso.

Oggi ci prendiamo cura della C.D. sindrome metabolica vale a dire di quella serie di sintomi e situazioni patologiche che vanno sotto i noti nomi di obesità, disordini alimentari, mangiare compulsivo, bulimia, ipertensione, e sopratutto, diabete e ipoglicemia. Alcuni ricercatori odierni hanno dichiarato che la presente generazione di Americani oggi nei suoi anni teen potrebbe essere la prima a...vivere mediamente MENO della generazione dei propri padri. Si tratta infatti della stirpe più obesa e sovraffaticata con malanni da iper-alimentazione di tutti i tempi. 24 milioni di diabetici vivono oggi negli USA, almeno 6 milioni in Italia...

Una delle costanti che caratterizza di più i moderni che prima o poi ricadono nella sintomatica della sindrome metabolica è: un costante, vigoroso, smodato e di conseguenza abbondantemente appagato appetito per cibi saporiti, copiosi, dolci e ingrassanti, in particolare quelli ricchi di una componente fondamentale e di per se' benefica, i Carboidrati. Mi piace visualizzare il prototipo di questo consumatore moderno nel popolarissimo eroe (un po negativo, come tutti noi...) nel quale si rispecchiano un po tutti i maschi odierni di mezza età, il gustoso figuro a cartoon di Homer Simpson (..DOH!) beniamino dei ragazzi.

Dire carboidrati non mi è mai piaciuto, in realtà non è concetto affatto preciso, perchè in definitiva ha messo in cattiva luce i cibi a componente per lo più glucidica più antichi e nobili, come cereali, verdure e frutta, base storica della dieta umana, confondendoli così con i sempre più scadenti e diffusi moderni farinacei raffinati, farine sbiancate, ossidate ed impoverite, più farina di patate disidratate, ed infine con la peggior abiezione di tutti, vero figlio degenere della famiglia glucidica, lo zucchero saccarosio di canna o di barbabietola coi suoi degni compari di raffineria. Anni orsono scrissi un libro IL MAL DI ZUCCHERO con abbondanti dati choccanti sul medesimo non-alimento.

Tornando al nostro antieroe Simpson, osserviamo come il tipo sia un modello per l'uomo di mezz'età(anche la donna) medio occidentale dell'epoca attuale, ovvero sia impigrito, goffo, pancione bonaccione ingordo e famelico chiaramente ben oltre le sue necessità nutrizionali...coi restanti atteggiamenti che sono secondo noi una conseguenza delle scelte dietetiche, e cioè appunto pigro, un poco infingardo, soggetto a esplosioni emozionali alternate a stanchezza, vuoti di memoria alternati a sentimentalismo stucchevole, poco poetici borborigmi gastrici e altri rumori corporali....praticamente, un grosso grasso maschio gastro-sciovinista che cammina, e fa ridere, per le sue imperfezioni che rispecchiano le nostre. La SINDROME METABOLICA!

Abbiamo pensato di prenderci cura del nostro Homer con un'abbondante pasto, da masticare bene come non fa mai lui, a base di cereali completi, verdure e funghi specifici.

Ingredienti

riso integrale tondo, opp. Basmati 1 Tazza
cipolla gialla 1
acqua 3 T o Q.B.
fungo Coprinus senza gambo tagl. fine, a piacere
topinambour radici, taglio a tocchi grandi
1/2 T
Olio oliva E.V. o di sesamo o di cocco 2-3 C
Sale marino o Salsa soia q.b. ma in moderazione è meglio!

PROCEDURA

Se integrale, precuocere il riso integrale 15 min. a pressione con 1,5 T di acqua, poco salata partendo da freddo; ricorda che il riso NON va cotto come la pasta, e non fa affatto bene, al dente o semicrudo! Oppure bollire, senza pressione, 20 min. Se basmati o bianco, bollire 12 min. senza pressione.

In tegame grande a parte rosolare gentilmente la cipolla con pochissimo sale in olio, aggiungere topinambour tagliato a fette spesse 1cm, rosolare almeno 10 min., aggiungi il fungo se fresco (se secco può entrare in cottura subito, senza ammollo).

ORA si aggiunga il riso semi-cotto a questo tegame grande, e si aggiunga acqua o brodo vegetale a mestolate, tenendo coperto e girando al minimo, con attenzione per non attaccare, fuoco basso. Più facile se si aggiunge brodo caldo, e si cura la cottura di frequente.

Topinambour e riso sono i due ingredienti più duri, ricordare che essi non tempono la cottura prolungata, al massimo più cremoso questo piatto è anche più benefico, per tutti i Simpson del mondo. Al limite, usare più acqua o brodo di quanto indicato, ma sempre a fiamma lenta, gentile e cottura molto pacifica. Ultimare verso la fine con spruzzata di Shoyu a piacere, guarnire con prezzemolo verde, obbligatorio poichè il piatto è molto giallo di colore.

Si tratta di un piatto antistress, lento e meditato, volutamente calmante le nevrosi e gli eccessi compresi quelli causati dagli zuccheri "veloci".

Infatti, riso e cereali completi hanno fibre più amidi la cui scomposizione a zuccheri è lenta e favorita da lunga cottura e masticazione, il topinambour è notissimo per i suoi FOS o Frutto-oligo-saccaridi, che danno un senso di appagamento ai finto-famelici ipoglicemici come Homer, in questo coadiuvato dalla cipolla e dalla rosolatura.

Infine, l'elusivo, effimero funghetto Coprinus Comatus è ricchissimo di Vanadio e altri minerali e nutrienti, ed ha un effetto regolatore sui livelli glicemici. Inoltre, se raccolto giovane è delizioso, e il micologo esperto lo sa trovare, in Primavera.
In sostituzione, la ricetta si può avvantaggiare anche con profumati Porcini del mercato, meglio se secchi.

Un piatto da consumare regolarmente, con o senza i funghi, anche 2-3 volte la settimana, per regolarizzare la glicemia e l'appetito smodato o la voglia di dolci che comporta. Il fungo aiuterà anche per la pressione sanguigna eccessiva, e la bilancia in calo, assieme all'umore più stabile ed alla diminuita stanchezza, seguiranno a breve.

............
- Hai masticato bene Homer, senza ingozzarti come un facocero? ti sei ricordato che hai dei Molari (Lat. = Màcine, da molìre..) per masticar cereali, solo il cane che ha canini ingoia tutto senza masticare.... mangiane finchè vuoi, che poi l'appetito ti passa, e così pancione....-

Il quadrato magico e la Casa del Calendario nell'Antica Cina

Di Umberto Capotummino

L’edifico sacro dei cinesi, il Ming Tang, la Casa del Calendario, è costituito da una base quadrata che rappresenta la terra, base divisa in 9 stanze quadrate che riproducono il quadrato magico con il numero 5 al centro:
4 9 2
3 5 7
8 1 6
Su questa base che rappresenta la Terra è innalzata una copertura circolare, ad immagine del Cielo. Il Capo della Casa del Calendario assicurava la giusta ripartizione delle stanze del piano quadrato della Casa in modo che i numeri che lo determinano fossero correlati all’ordinamento dell’anno. Infatti se consideriamo le coppie 1 - 6, 2 - 7, 3 - 8, 4 - 9 si evince una croce orientata nel tempo e nello spazio correlata ai punti cardinali.


I numeri, cosiddetti forti, delle coppie sopra considerate 1-6, 2-7, 3-8, 4-9, e cioè 6,7,8,9 sommati danno 30 evidenziando un rapporto con la divisione dell'anno rituale (12 x 30= 360). I numeri, cosiddetti deboli, delle suddette coppie cioè 1,2,3,4 sommati danno 10. In questa formulazione si distribuisce l'unità 10 che si evolve in relazione al numero 30 nell'anno rituale; 1+2+3+4 = 10 questa è anche la formulazione della tetraktis di Pitagora.

Inoltre la somma lungo gli assi cartesiani e diagonali del quadrato dà il numero 15. Ogni rotazione del cerchio di 360° diviso 15 dà come risultato 24 che gli antichi cinesi attribuivano alle ventiquattro fasi dell’anno solare chiamate chieh-ch’i. Il ciclo delle 24 fasi del calendario rituale si divide in 8 chieh e 16 ch’i. L’anno cinese è poi suddiviso in 72 hou ovvero 3 per ogni chieh-ch’i. Infatti 24 x 3 = 72. Notiamo quindi che 72 x 3 = 216, mentre 72 x 2 = 144, dandosi il numero 3 associato al Cielo, il numero 2 associato alla Terra, così si potrà comprendere come un ciclo di hou lungo circa 5 giorni determini un numero rituale di 72 x 5 = 360 giorni nella composizione dei calendari astrologici. Ritroviamo questa suddivisione nel testo del Grande Trattato, cap.IX, par.4, relativo alla composizione degli esagrammi dell’I Ching : "I numeri che danno il Creativo sono 216; quelli che danno il Ricettivo sono 144, assieme 360; essi corrispondono ai giorni dell’anno rituale." Il Creativo, esagramma composto da sei linee yang, intere è anche detto il Cielo, il Padre; il Ricettivo, esagramma composto da sei linee yin, spezzate, è anche detto la Terra , la Madre.-


L' I Ching (I King) e la numerologia della rete del cielo

Capitolo 9 del libro -L'occhio della Fenice-
di Capotummino Umberto

Con l'immagine di una rete, ad un tempo volta celeste e matrice simbolica della realtà, che ci giunge da Lao-Tzu, antico maestro taoista, introduciamo la creazione di un modello autobilanciato e complementare in cui si rivelano le dinamiche degli archetipi numerici di tempo e spazio:

La rete del cielo è grande; sebbene le sue maglie siano allentate, nulla sfugge ad essa[1].

La magica inerenza di tempo e spazio, identificata con il centro e la manifestazione del Tao, trova nel testo dell'I King la sua espressione in un mandala d'unione dato dalla Sequenza Primaria, che identifica i rapporti di tempo, e dalla Sequenza Secondaria, che identifica i rapporti di spazio.

Il mandala d'unione che consideriamo rappresenta sia il mondo primigenio degli archetipi sia le loro trasformazioni, animate all'interno del mandala da un movimento di traslazione coerente degli elementi, descritti da assi cartesiani e trigrammi numerati.

Rientriamo così nell'enunciato del principio di relatività secondo Einstein:

Le leggi naturali non cambiano forma, quando si passa dal sistema iniziale di coordinate (riconosciuto corretto) a un nuovo sistema concepito come animato da un movimento di traslazione uniforme in rapporto a se stesso[2].

Useremo un etimo greco per indagare il rapporto intercorrente tra Sequenza Primaria e Sequenza Secondaria. Tale termine è upóstasiz «ipostasi». Il suo significato etimologico vale: upó«sotto», unito a isthmi«porre», quindi: «il porre sotto». L'etimo ben descrive la Sequenza Primaria sottesa alla Sequenza Secondaria mentre quest'ultima ruota intorno all'axis mundi.

Nella figura sottostante si visualizza il Mandala Unitario dell’I King nei trigrammi costituenti la Sequenza Primaria ( anello esterno) e la Sequenza Secondaria (anello interno)


Se adesso riportiamo i valori numerici dei trigrammi della Sequenza Primaria e della Sequenza Secondaria in due quadrati cabalistici e poi li sovrapponiamo, otterremo un quadrato di sintesi i cui valori sono dati dalla somma dei trigrammi dei due quadrati sovrapposti presi a coppia:

2 + 4 =6; 1+ 9=10; 5 + 2=7; 3 +3 =6; 0+ 5 = 5; 6 + 7=13; 4 + 8 = 12; 8 + 1 = 9; 7 + 6 = 13.

Nel Mandala Unitario tempo e spazio si manifestano insieme, dal quadrato di sintesi nasce un cerchio magico che rivela la dinamica del numero 24 di cui tra breve diremo.



Il quadrato inscritto nel cerchio magico consta di nove camere, all'interno delle quali le due sequenze di trigrammi – i medesimi otto – benché con numerazioni differenti per le due Sequenze Primaria e Secondaria, hanno posto in essere nuovi valori numerici che si identificano quali potenze virtuali, attribuendo al numero 5 la funzione di perno. La somma di tutti i valori numerici all'interno del quadrato vale:

6 + 10 + 7 + 6 + 5 + 13 + 12 + 9 + 13 = 81

Il valore numerico 81 è altrimenti espresso da:

3 * 3 * 3 * 3 = 81

Per la filosofia Taoista datata tra il VI e il III secolo a. C. tale valore è un numero sacro.

Il Tao Te King, considerato il testo donato ai posteri dal leggendario Lao Tzu, fondatore della religione e della scuola filosofica taoista, consta di 81 capitoli.

Tao significa la Via, intesa come corso regolatore della totalità e quindi Via intesa anche come meta.

Te significa virtù, e piuttosto potenza magica.

King significa il Libro.



Quindi il titolo va reso come Libro della Via e della Potenza Magica. Il testo indica già nel numero dei capitoli: 81, una chiave numerica esoterica del taoismo. La parola cinese Tao equivale a Via anche nel senso traslato di cammino o direzione non posizionale, nei riguardi di un soggetto che attraversi il destino. Nell'immagine taoista la Via non sceglie da se stessa nessuna direzione, ma, quale modulo di forze non posizionali, si lascia attraversare e regola ogni movimento della totalità.

Tale segreto è espresso nel quadrato di sintesi ora considerato. Difatti nel quadrato i valori numerici dei trigrammi della Sequenza Primaria e della Sequenza Secondaria convergono in un valore unitario che ne esprime la totalità espressa dal numero 81.

Nella tradizione esoterica del Tibet, secondo la dottrina del Bardo Thodol, descritta nel «Libro della Grande Rivelazione nell'Udire il Bardo», detto anche Libro dei Morti Tibetano, perché rinvenuto unitamente ai sarcofagi dei Lama, ritroviamo la stessa rivelazione di forze: l'anima che accede agli stadi del divenire può percepire le manifestazioni di uno spazio-tempo permeabile con la propria essenza; ecco che l'anima si libera e come prima esperienza percepisce una sfera centrale:

Un cerchio che pervade ogni cosa, nel quale apparirà Vairocana. Il suo corpo è bianco, siede su un trono sorretto da leoni, regge una ruota a otto raggi e abbraccia la sua compagna, la regina dello spazio-vajra. [3]

Anche in questa tradizione, dunque, si configura un insieme spazio-temporale in trasformazione, nato dalla fusione di un mandala autobilanciato in cui, oltrepassate le porte del cielo rappresentate dai leoni, Vairocana regna in trono. Egli è la manifestazione del tempo; la sua compagna è la manifestazione dello spazio; gli otto raggi, che scaturiscono dal centro del mandala, sono paragonabili a dei vettori di trasformazione, ossia al destino non posizionale dell'anima che muta stato. La trasformazione della coppia mistica è altrimenti espressa, anche nella Bhagavad-Gita, con l'immagine di un carro su cui stanno Krsna e Arjuna [4]. Il carro veicola le loro diverse manifestazioni. Krsna, immanente, conduce il carro senza combattere, mentre Arjuna, l'arciere divino, combatte. Sullo stesso carro Krsna si manifesta, sia nell'aspetto abbagliante del Signore Supremo, sia nell'aspetto di uno dei suoi occhi unito alla luna [5] , sia nell'aspetto del tempo, identificato tra le bestie nel leone [6]. Il carro è stato donato da Agni, dio del fuoco, ad Arjuna; tramite l'attività di Agni, si permette ai due amici di attraversare i tre mondi della manifestazione: il superiore mondo degli astri, il mediano mondo terrestre, l'inferiore mondo materiale.

Nel Mandala Unitario dell'I King al centro del quadrato di sintesi da noi presentato, dimora lo Spirito Totale dell'esistenza universale, identificato con la luce. Per mezzo della sua emanazione tutte le manifestazioni saranno il riflesso della trasformazione della unità fondamentale, data dalle otto direzioni che nascono dal centro medesimo.

Questo è identificabile con il Trono che governa tutti i mondi, raffigurato dal quadrato inscritto nel cerchio, all'interno del quale lo spirito si manifesta. Nell'esoterismo arabo tale Trono è chiamato er-Rûh ed è il Luogo della Presenza divina coincidente con la circonferenza prima, sostenuta da otto angeli, quattro ai punti cardinali, gli altri quattro ai punti intermedi, intesi come agenti di trasformazione [7].

Nel quadrato di sintesi taoista, gli agenti di trasformazione sono rappresentati dai raggi del cerchio, in cui è inscritto il quadrato stesso.

Attraverso essi si manifesta la virtù del Tao, in uno specchio di potenza espresso dal cerchio magico.

La somma delle singole potenze numeriche del modulo in esame, lungo gli 8 raggi del cerchio in cui è inscritto il quadrato, dà come risultato sempre il valore 24.

A questo numero si riferiscono le mansioni magico-amministrative, corrispondenti, nel codice simbolico degli antichi taoisti, a una divisione in 24 potenze designate territorialmente con 24 capi, cui venivano assegnati nomi d'uccelli. Per prima la divina Fenice presiedeva il calendario [8].

In questa simbologia la Fenice è chiamata dai cinesi Fenghuang. Il suo nome implica l'unione del maschio feng con la femmina huang e haun piumaggio a 5 colori. Non a caso il numero che sta al centro della Sequenza Secondaria, preposta alle trasformazioni, è proprio il 5.

L'apparizione della Fenice sugli alberi magici è pertinente ai simboli della rinascita.

L'unità fondamentale del tempo viene rappresentata da un albero fisso: Kien-mu. Esso, posto al centro del mondo, non proietta alcuna ombra, benché abbia nove rami e nove radici. Quest'albero è considerato comeun'ipostasi sottesa al divenire del moto stagionale, espresso invece dall'albero Wutong o dai fiori delle diverse stagioni sui quali si posa la Fenice (fig. 12/a, b). Essa esprime la manifestazione dell'energia visibile, associata al decorrere delle fioriture stagionali e alle fasi lunari. I cinesi mangiano ancora oggi alla festa dell'equinozio d'autunno dei dolci a forma di luna nella cui composizione entrano i semi del fiore bianco dell'albero Wutong. La Fenice è raffigurata, nella sequenza stagionale, unita alla peonia per la primavera, al loto per l'estate, al crisantemo per l'autunno, al prugno per l'inverno [9].

Nel quadrato di sintesi da noi considerato è velato il riferimento al suddetto calendario magico-astrologico che governa le amplificazionigenerate dal numero 24. Infatti il numero 24 moltiplicato per gli 8 raggi del cerchio, darà come risultato ulteriore il numero 192.

Questo numero è un valore chiave che ci aiuterà a scoprire la distribuzione dell'unità in in tutta la successione degli esagrammi dell'I King, espressione di un circuito astrologico.

Nel testo divinatorio dell'I King, tradotto da Richard Wilhelm, viene rivelato un altro numero segreto del sistema taoista: 11.520. Esso è riferito al conteggio del numero degli steli di achillea usati nell'antico rituale della consultazione dell'oracolo, e corrispondenti al numero delle diecimila manifestazioni ovvero delle «diecimila cose» [10] [11].

Il numero 11.520 si rapporta al numero 60 che indica le divisioni sessagenarie del tempo in relazione alla rotazione dello zodiaco sul Polo di 360°. Il ciclo si chiude ogni 60 anni.

Presentiamo le equazioni:

11520: 192 = 60 : x

11520: 384 = 60 : x

Risolvendo:

I risultati ottenuti x = 1 e x = 2 indicano l'unità che si distribuisce at­traverso il ciclo sessagenario producendo una manifestazione binaria. Ne nasce il rapporto tra il numero 11.520 e il numero «delle righe di ogni specie» dell'I King che sono 384. Le righe maschili, ovvero di specie yang,sono 192; le righe femminili, ovvero di specie yin, sono 192; da ciò deriva il rapporto del numero 11.520 con il numero 384, che indica la somma delle 192 righe yang e delle 192 righe yin dell'I King, mentre circolano in seno all'anno rituale.

Nell'interrogazione dell'oracolo, l'unità, indicata dall'equazione x = 1, si attiva quale capofila delle amplificazioni della stessa unità con coefficiente 10.

10 * 1 = 10

10 * 10 = 100

10 * 100 = 1.000

10 * 1.000 = 10.000

Tale valore indica le «diecimila cose» che nel linguaggio formale dell'I King adombra il molteplice divenire della casualità nella numerologia combinatoria degli steli divinatori, a partire da una unità posta quale fondamento, che ruota e si distribuisce nei sessantaquattro esagrammi, i cui mutamenti per ogni linea si basano sul ciclo sessagenario; mentre intorno all'axis mundi è in atto il contemporaneo movimento retrogrado generato dal Mandala Unitario dell'I King, nell'ipostasi della Sequenza Primaria su cui ruota la Sequenza Secondaria, in un connubio di forze, i cui segreti esploreremo nel prossimo capitolo.




[1] J.J.L. DUYVENDACK, Tao Te King, traduzione di A.Devoto; cap. LXXIII, Adelphi, Milano

[2] A. EINSTEIN, Principio di relatività, Come io vedo il mondo, traduzione di: R. Valori; cap. II, p. 38, Newton Compton Editore, Roma 1975-1988

[3] C. TRUNGPA – F. FREMANTLE, Libro Tibetano dei Morti, traduzione di: M. Maglietti; p. 53, Astrolabio – Ubaldini, Roma 1977

[4] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 1,14, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1990

[5] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 10,23, op. cit.

[6] A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA, Bhagavad-Gita 10,30, op. cit.

[7] R. GUENON, Scritti sull’esoterismo islamico e il Taoismo, cap. V,VI, Adelphi, Milano 1993

[8] M. GRANET, Il pensiero cinese, p. 116, in nota op. cit.

[9] L. CATERINI, Fenice, in Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale, Il Supplemento (a cura di G. Pugliese Carratelli) p. 626, Roma 1994

[10] «Il numero degli steli delle due parti assomma a 11.520, ciò che corrisponde al numero delle 10.000 cose». Commenta Wilhelm: «In tutto il libro dei mutamenti vi sono 192 righe di ogni specie (in totale 64 * 6 = 384 righe, di queste metà yang, metà yin). Di queste 192 righe ogni riga yang che si muove dà [..] un resto di steli di 36, in tutto dunque 192 * 36 = 6.912. Le righe yin muovendosi danno un resto di steli di 24, dunque 192 * 24 = 4.608. In totale dunque 6.912 + 4.608 =11.520» .

[11] R. WILHELM (a cura di) I Kingm Il Grande Trattato, cap. IX, par. 5, p. 578, op. cit.

Fonte Web: http://www.esonet.org/Application/vis_articoli.aspx?nmart=2264&nmcap=0&sett=43&titolo=L
Fonte letteraria : "L'occhio della Fenice"
Autore : Capotummino, Umberto
Editore : Sekhem